giovedì 25 aprile 2024
Creatività: il futuro è nelle webserie
di Enrico Cassanelli
Sono un passaggio di rottura nei confronti di processi produttivi obsoleti e di un'offerta televisiva piatta. Intervista a Renata Di Vito, di visionaryweb.it
11 ottobre 2013
La calda estate romana ormai volge al termine e io sto lavorando alla pianificazione dei contenuti del corso di produzione multimediale. Cliccando su Google inciampo nel sito del Roma Web Fest 2013 (e nel suo sottotitolo altisonante: il primo festival italiano delle web series). Non mi sembra ver avevo deciso di impostare questo corso proprio sullo studio e la realizzazione del numero zero di una web series e questo evento mi sembra davvero “il cacio sui maccheroni”. Così prenoto il mio biglietto per l’accesso alla sezione “mercato”, nella quale si tengono le conferenze più important,i ossia quelle che intendo studiare le dinamiche autoriali, produttive e legislative che governano questo nuovo modello di entertainment audiovisuale.
Arrivo con un discreto anticipo sull’orario della prima conferenza, in una sala già affollata di una ventina di persone. Dal momento che non conosco nessuno mi siedo da una parte in paziente attesa che cominci l’evento. Sulla sedia accanto alla mia, dopo qualche minuto, appoggia la sua borsa una ragazza che, al contrario del sottoscritto, si trova a suo agio in mezzo ai presenti: saluta una persona, scambia un parola con il nuovo arrivato… Si chiama Renata Di Vito e, incuriosito, fra una conferenza e l’altra le faccio alcune domande. 

Per quale testata giornalistica lavori?
«Per Visionaryweb.it, che non è una testata giornalista, ma un blog che si occupa esclusivamente di webseries, con approfondimenti, interviste e recensioni.» 

Come mai ti è venuto in mente di lanciarti in questa esperienza? 
«Visionary  è un progetto che mi ha dato la possibilità di conoscere persone straordinarie. Il sito/blog nasce, in primo luogo, dalla necessità di dare voce a una realtà che si sta espandendo in modo imprevedibile. Infatti, le webseri, sono un prodotto giovane e simboleggiano, a mio avviso, un passaggio di rottura e di contestazione verso un obsoleto processo/mercato produttivo. Le giovani menti creative che si sono addentrate in questo settore non avevano più voglia di lasciarsi scovare, ma hanno messo a disposizione le loro capacità senza filtri. Internet è, infatti, il mezzo più democratico che esista, un oceano di opportunità. Per tutte queste motivazioni ho fondato insieme alla mia amica dell’università, Tonia Satriano, visionaryweb.it n.0 (il n.0 si riferisce alle innumerevoli rivoluzioni digitali possibili). Un altro aspetto interessante, nel mare magnum di internet e della social tv, è il cambiamento del ruolo dello spettatore: ormai crea i propri palinsesti e grazie alle smart tv o tramite il processo di cord cutting può vedere i prodotti sul web direttamente sul proprio televisore. Per non parlar, delle App di second screen e il VOD (video on demand). Noi non siamo solo nativi digitali, ma anche nomadi digitali, infatti è grazie all’apporto di App e di sistemi Cloud che si può lavorare anche a distanza di Km.»

È stato difficile avviarlo?
«No, la difficoltà è stata nella scelta di affrontare il primo passo. L’emozione, poi, di aver visto pubblicata la prima notizia è stata una dose di autostima. Inoltre, ho avuto la fortuna di coinvolgere persone che hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto. Al momento, quello che possiamo investire è il nostro tempo sperando che il progetto possa evolvere come ci auguriamo.» 

Che studi hai fatto?
«I miei studi sono stati prevalentemente umanistici. Dopo gli studi classici, ho virato verso la facoltà di Lettere e Filosofia e ho conseguito la Laurea Magistrale in Produzione culturale, Editoria e Giornalismo presso la LUMSA di Roma. Da sempre appassionata per i prodotti audiovisivi, durante la mia formazione ho prediletto corsi che approfondissero i temi riguardanti la produzione, la gestione e il mercato dei format dell’audiovisivo. I miei studi non si sono fermati alla laurea, ho anche frequentato un corso in Social Media Marketing, digital Pr e blogging. Inoltre, la mia indole curiosa mi induce a continuare a formarmi ogni giorno.»  

Mi racconti qualche risultato gratificante che hai ottenuto?
«
 I risultati gratificanti sono stati molteplici. Uno fra tutti: la possibilità di poter prendere contatto e dialogare con i creatori di webseries.»    

Che ne pensi di questo festival?
«Attendevo da qualche tempo un festival del genere. In tutto il mondo, le webserie sono ritenute degne di festival e rassegne che le vede protagoniste. Il lato più interessante della kermesse sono state senza dubbio le tavole rotonde: “Le webseries sono diventate grandi?”;Le dinamiche finanziarie delle web serie”; “Il diritto d’autore nella rete”;You Tube si, YouTube no?”; “Le Webseries brandizzate”. Per non parlare dei pitching, una sorta di speed recruiting, dove i creatori di webseries potevano esporre ai produttori cinetelevisivi i loro progetti. Mi auguro che le occasioni di dialogo intraprese durante il Rwf, vadano al di là di una semplice stretta di mano o un “le faremo sapere”.»  

A cosa è dovuto il boom delle web series?
«Secondo me, dall’appiattimento dell’offerta dei prodotti audiovisivi e soprattutto dalla necessità di giovani creativi di trovare il loro posto nel settore.»

Avranno futuro le web series in Italia?
«Le webseries avranno futuro perché sono una tangibile realtà anche in Italia.»

Tu pensi che le webserie siano solo un trampolino per chi vuol passare alla televisione ufficiale o gli autori possono aspirare ad avere una loro collocazione originale nel panorama audiovisivo?
«Spero che l’unica ambizione dei creatori di webseries non sia solo quella di trasmigrare in televisione, ma di farsi portavoce di una nuova grammatica dell’audiovisivo.»
 
Il mondo giovanile è attento a questa dimensione?
«Il mondo giovanile è affascinato da questo mondo, lo sostiene soprattutto condividendo i video sui social network, questo mondo parla di loro, dei loro sogni, veicolando un importante messaggio di speranza.»  

Un consiglio a chi vuol cominciare una produzione in questo settore?
«Approfittate della libertà del mezzo. Sperimentate, mettetevi in discussione, osate, raccontate il vostro mondo. Studiate, documentatevi, siate curiosi, rendetevi competitivi. Solo così le belle notizie non attarderanno ad arrivare. Le webserie stanno già riscrivendo la storia dell’audiovisivo e ci sono persone che possono testimoniare il successo ottenuto.»  

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