giovedì 25 aprile 2024
Incontrare un principe, nella città del terremoto
di Marta Donolo
La visita del principe Harry in Nuova Zelanda è stata accolta con curiosità dalle studentesse. Che ironizzano, ma intanto fanno, molto concretamente, volontariato insieme ai loro compagni
29 maggio 2015

This is a wonderful occasion for the University. I encourage you all to come along and enjoy this rare opportunity to welcome our guest to the campus, and celebrate and acknowledge the UC student community”.

Dr. Rod Carr
Vice-Chancellor
(email agli studenti della Canterbury University)

Incontrare un principe. Questo è il sogno non confessato di molte ragazze fin dalla prima lettura della favola di Cenerentola. Certo le speranze di sposarlo sono pari allo 0,001%, ma non per questo bisogna lasciarsi sfuggire l'occasione di vederlo dal vivo, perchè le Cenerentole moderne vanno all'università. Questa occasione, incontrare un principe, mi si è presentata non molti giorni fa, durante un incontro organizzato proprio all'Università. I reali d'Inghilterra sono molto legati alla Nuova Zelanda, non solo per motivi storici, ma anche perchè la Nuova Zelanda condivide praticamente tutto della cultura anglosassone: cricket e badgminton, barbecue e prati verdi, eventi politici e concerti pop. Sempre più spesso anche i giovani futuri rappresentati della Corona d'Inghilterra vengono in visita in queste “colonie” lontane e ricevono un sentito benvenuto. La presenza del bel principe ha attirato molte studentesse, incuriosite ma abbastanza disincantate, come è sembrato suggerire un cartellone con la scritta “Marry me, last chance!”, esposto durante un precedente incontro tra principe e pubblico.

L'occasione. Questa volta è stato il Principe Harry, terzo in linea di successione al trono dopo il fratello e il padre, a far sentire la vicinanza, seppur simbolica, tra Inghilterra e Nuova Zelanda (in questo periodo infatti fratello e cognata sono stati occupati con la nascita della secondogenita, la principessa di Cambridge Charlotte). Il principe di Galles ha salutato alcuni dei 15000 studenti nel campus dell'Università di Canterbury a Christchurch, nell'Isola del Sud, per incontrare in particolare la Student Volunteer Army (SVA). La SVA è il secondo club per numero di iscritti e ha vinto il premio, per due anni consecutivi, 2013 e 2014, per la “Best Community Contribution” dell'UCSA e del Premio Club Supreme.

Il cerimoniale prevedeva autografi, qualche foto e molta informalità. Sotto una pioggia scrosciante principe e studenti per pochi momenti hanno dimenticato i rispettivi ruoli e hanno chiacchierato come si fa tra coetanei. La “Royal Highness”, che dalle cronache mondane è un po' il ribelle e il don giovanni di famiglia, è invece molto interessato al volontariato internazionale. Nella sua “carriera” ha prestato servizio per le Forze Armate australiane in un “operational tour” in Afghanistan, durante l'Invictus Games e durante una escursione al Polo Sud. Durante questo evento si è mostrato disponibile, insomma si è comportato all'altezza.


La “Quake City”. Questo evento è servito a sottolineare lo sforzo straordinario della comunità di Christchurch, prestato a partire dal periodo successivo ai terremoti del 2010 e 2011, compreso quello di tanti universitari volontari, quasi 1600. La città del terremoto è infatti oggi in continua ripresa e lascia sperare in un grande e positivo cambiamento. L'università, con i suoi studenti coinvolti in molte attività extra-curriculari riguardanti proprio la vita della città, come riuso degli spazi pubblici e organizzazione di eventi culturali, ne è la dimostrazione.

Anche Kate e William erano stati qui nel 2014, per un Royal Tour di due settimane. La Nuova Zelanda infatti fa parte del reame del Commonwealth, è una delle 16 nazioni che riconoscono il Sovrano del Regno Unito, la Regina Elisabetta II, come proprio sovrano e capo di Stato, e la “città del terremoto” è una tappa obbligatoria per i reali inglesi e un punto di riferimento e per tutti coloro che visitano l'Isola del Sud. Il principe si è mostrato ai suoi “sudditi”, e forse questo è un altro aspetto che bisognerà cercare di capire meglio: come mai Nuova Zelanda e Australia siano ancora così legate a questa monarchia, un po' per gossip e un po' per il legame con il passato. Ora il principe è tornato in patria, ma il sogno si è avverato.

E possiamo continuare a dormire e a sognare.

29 maggio 2015
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