“Il buio oltre la siepe”, dovrebbe chiamarsi così, evocando il celebre romanzo di Harper Lee, il progetto a cura dell’Ipab Sant’Alessio di Roma, che da più di un secolo assiste i ciechi e per loro, da quando è stato ristrutturato un bellissimo borgo antico nel centro della capitale (lasciato in eredità ai ciechi da un’artista mercante d’arte), ha anche una sede per fare stabilmente teatro sensoriale, animazione culturale e sociale per i propri assistiti e non solo. Dovrebbe, vorrebbe. Ma il progetto, che ha segnato un primo passo grazie al lavoro di recupero dello stabile fatto dalla cooperativa sociale di tipo B Parsec Flor, rischia di non poter prendere corpo per mancanza di fondi.
Scade il 7 agosto la prima fase, quella che ha consentito ai giovani della cooperativa di recuperare un’area verde di particolare pregio nel comprensorio di Via Margutta 51 che, oltre ad aver ospitato nel corso degli anni numerosi artisti di fama internazionale, è stato anche al centro del film “Vacanze Romane”, e perciò è meta di numerosi visitatori italiani e stranieri, che potranno così frequentare lo spazio appena restituito alla fruizione. I giovani cooperatori hanno in poche settimane ripulito sterpaglie e buttato oltre 40 sacchi pieni di spazzatura che i turisti, senza preoccuparsi più di tanto, gettano dall’alto della strada che porta a Trinità dei Monti, alla fine dei loro pasti. Tutto rimesso in forma godibile e che potrebbe essere riaperto alla cittadinanza e ai turisti.
Il progetto (finanziato dalla Regione Lazio, con l’avviso pubblico “Innova tu: la nuova sfida dell’innovazione sociale") è stato importante anche per alcuni aspetti innovativi. Il primo riguarda il coinvolgimento della Cooperativa Sociale di tipo b) PARSEC Flor i cui soci lavoratori, per lo più ex tossicodipendenti, hanno istruito un piccolo gruppo di degenti del Dsm dell’ASL Roma A, a cui è stata erogata una borsa–lavoro di 500 euro per circa 20 ore di lavoro settimanali in 6 mesi. I primi, quindi, hanno avuto l’occasione di sperimentare la professionalità acquisita nel settore del giardinaggio e delle manutenzione di aree verdi durante il percorso svolto negli ultimi anni, mentre i secondi hanno compreso come sia possibile migliorare la propria condizione impegnandosi in processi di recupero socio-lavorativi.
L’altro aspetto significativo è che la collaborazione ha portato alla realizzazione di un “Giardino degli Aromi”, che permette ai non vedenti di apprezzare le essenze tipiche della flora mediterranea e di conoscerne le caratteristiche salienti anche grazie ad apposite schede didattiche in braille. Salvia, Timo, Rabarbaro, Melissa, Menta e centinaia di altre piante fanno bella mostra allietando la vista, di chi può, e l’olfatto. Giovanni, uno dei cooperatori che ha insegnato agli ex tossicodipendenti a piantare e ad avere cura del giardino, ci guida con fierezza sulle stradine del parco che presenta un’incantevole veduta di Roma. « È un peccato se tutto questo non dovesse continuare», ci dice il ragazzo moldavo, in ottimo italiano, facendo eco alle parole del presidente dell’Ipab Amedeo Piva, che esorta i responsabili istituzionali: «non lasciamo il lavoro a metà strada». Ci indica i posti dove c’è ancora molto da lavorare, riassettare, ripulire, ricostruire (persino un ammasso di pietre diroccate che sarebbero appartenute ad una casetta di Totò). Il tutto per renderlo ancora più agibile e più bello di adesso: ma chi si occuperà di tutto questo?