venerdì 26 aprile 2024
La guerra ha tanti volti, la pace ha il volto dei diritti umani
di Peter Oscar Chagweda
In un convegno organizzato dall'Azione Cattolica si è discusso di quante forme la guerra oggi può assumere e di come costruire la pace: una sfida soprattutto culturale
19 ottobre 2015

I nuovi volti della guerra: quali sfide per il diritto internazionale della pace? Questa era il tema del convegno del 9 Ottobre 2015, che si è svolto all'Hotel Domus Marie a Roma, organizzato dall’azione Cattolica. Monsignor Paul Richard Gallanger ha iniziato la sera con il suo intervento sul tema e subito dopo c'è stata la tavola rotonda con Paolo Benvenuti (Università di Roma Tre), Vincenzo Buonomo (Pontificia Università Lateranese), Ugo Villani (Università degli studi di Bari), Francesco Viola (Università degli studi di Palermo). Cerano anche tanti ambasciatori del Vaticano.


L’obiettivo di questo convegno era promuovere una cultura della pace. La sfida è trasformare la situazione di questo mondo per creare una cultura di pace. Il presidente dell’Azione Cattolica Matteo Truffelli ha indicato in Papa Francesco uno che sta lavorando molto sul tema della pace, e ha fatto l'esempio più recente: il suo viaggio negli Stati Uniti, dove ha parlato molto del rispeto dei diritti delle persone come di un modo per creare società di pace. È stata sottolineata molto la sua richiesta di non produrre le armi che stanno alimentando le guerre in questo mondo.


Monsignor Gallanger ha parlato dei nuovi volti della guerra, riferendosi al terrorismo dopo l'11settembre 2001 negli Stati Uniti e alla Siria, dove troviamo molti profughi che cercano la libertà e sicurezza, che fuggano il terrorismo, la guerra e la fame. Un altro volto della guerra è l'ISIS: un gruppo organizzato, ma senza territorio, che sta terrorizzando il mondo come un altro volto della guerra. La crescente diffusione di questi fenomeni e l’estrema gravità dei danni prodotti sulle popolazioni e sulle attività economiche, spesso con la distruzione sistematica di ogni struttura e attività esistente, ben al di la degli apparati militari, produce evidenti effetti anche sul piano della fuga di tantissime persone dai loro paesi e del conseguente imponente incremento dei flussi migratori, che ora tanto preoccupa i paesi europei. 

Un altro nuovo volto della guerra è quello del cyber crime, cioè del crimine informatico. E lo è anche il narcotraffico come un altro volto della Guerra. Perché purtroppo le nuove tecnologie hanno prodotto sempre nuovi e più potenti strumenti bellici, di intromissione e controllo e condizionamento delle libertà dei soggetti ritenuti avversari.


La sfida che abbiamo adesso di fronte  è continuare a muoversi verso la pace, rispettare i diritti della persona, rispettare anche le regole e l’indipendenza di ogni Paese. Per questo occorre rispetto, valorizzazione dei valori delle persone e dei gruppi sociali. Il professor Benvenuti nel suo intervento ha sottolineato l’importanza del dialogo tra gli Stati, per un dibattito sul diritto della pace di ogni essere umano. Il professor Villani ha parlato della necessità di intervenire nelle guerre in corso. Ha citato la Libia come un Paese che ha subito molte violenze, perché ha il petrolio. Ha parlato con passione, dicendo che dove c’è petrolio c’è sempre la guerra e dove non c`è petrolio non c`è la guerra. Occorre promuovere un protagonismo molto maggiore degli organismi sovranazionali, cominciamo dall’Onu e delle diverse organizzazioni regionali a cominciare dall’Unione Europea. Occorrono anche politiche esterne più attive nella riduzione delle guerre esistenti e soprattutto nella prevenzione delle cause che le producono o le alimentano. Ma per realizzare concretamente questo bisogno occorre far funzionare ogni altro elemento della vita associata, come lo sviluppo economico e sociale, il funzionamento dell’ordinamento democratico, la stessa garanzia dell’esistenza di efficaci strumenti di sicurezza

19 ottobre 2015
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