giovedì 25 aprile 2024
Natale: meglio un dono oggi che un regalo domani
di Giusy Arcella
Il regalo è uno scambio, il dono è incontro e relazione. Per questo lo shopping stressa. Ciò di cui abbiamo realmente bisogno è stare insieme.
20 dicembre 2015

Si avvicina il Natale e come consuetudine si parla di acquisti e di corsa ai regali. Quello del regalo è uno dei gesti più antichi della tradizione dell’uomo ed è carico di significato. Regalare qualcosa a qualcuno è un gesto relazionale che mostra un certo impatto emotivo. Con l’azione de ldono inviamo un messaggio a colui che lo riceve e riveliamo una parte di noi stessi nella scelta di quel determinato regalo verso quella sepcifica persona; in questo risiede anche il valore più strettamente psicologico del “donarsi”, ossia lasciarsi andare all’altro, mostrare sé stessi, tanto una propria idea quanto un’emozione. Il regalo, in questo senso originale ed autentico, diviene quindi un atto creativo, costruttivo ed intimo.


Nell’attuale società, purtroppo, il dono ha perso questo valore originario, assumendo un aspetto più superficiale e consumistico. Avrete sicuramente avuto la possibilità di osservare la folle corsa nei negozi, la ricerca smisurata spesso obbligata di chissà quale oggetto, senza individuarne un senso per sé o per l’altro. Questi sono comportamenti che tolgono valore al gesto originario.
Si può, infatti, differenziare il significato della parola “regalo” da quello del termine “dono”. La parola regalare sembra riportarci ad un significato molto sociale dello scambio dove c’è qualcuno che fa qualcosa in cambio di altri interessi. Il dono, invece, è completamente diverso. Deriva, dal verbo dare, ed indica ciò che si da senza attesa di ricompensa, implica la gratuità del dare, il piacere di dimostrare l’affetto ed il significato che quella persona o quella relazione ha per noi. Il dono è soprattutto incontro e relazione. A tal proposito, quale festa più attrattiva se non quella del Natale per ricevere regali e doni? Non é difficile accumulare sotto l’albero pacchetti vari, che chiamiamo regali senza alcuna emozione, tranne il sollievo di un fastidioso compito finalmente risolto.


Dunque il regalo é il mero oggetto, la compera qualunque, magari la cosa che costa meno o qualcosa vistosamente riciclata, tanto per onorare una relazione di poco conto, barcollante e al limite del formale. Oppure, con spirito di sacrificio, si regalano cose di lusso perfettamente anonime nell’intento di colmare, almeno il giorno di Natale, i vuoti e le lacune affettive. Ma a cosa serve? Non sarà sicuramente il regalo natalizio far dimenticare o colmare le lacune affettive o a rendere quella relazione barcollante miracolosamente stabile.
Pensiamo a quanta serenità e felicità sia possibile diffondere passando più tempo con le nostre famiglie e i nostri cari, invece di sperperare ore preziose in fila per confezioni regalo. Potremmo pensare ad un periodo di festa in cui, piuttosto che sprecare energie preziose alla ricerca di regali, potremmo utilizzare le nostre risorse per donare il nostro tempo. Si potrebbe donare direttamente la nostra attenzione, il nostro aiuto, il nostro conforto. Il più delle volte si da più valore e precedenza all'oggetto piuttosto che a quest'ultime risorse. Il problema centrale è proprio questo.

Una ricerca di Kasser e Sheldon (2002) ha misurato il livello di stress percepito, soddisfazione per la propria vita e lo stato emotivo in 117 persone nel periodo natalizio. In questo studio è stato trovato che le persone maggiormente impegnate nello shopping natalizio e nei comportamenti di consumo hanno dichiarato un minor livello di benessere, soddisfazione ed emozioni positive. Allo stesso modo, chi metteva in atto più shopping aveva un livelo maggiore di stress. La domanda sorge spontanea: qual è il guadagno? Il bello è ricevere un dono quando l'altro sceglie di donarlo e non solo perché una ricorrenza lo ricorda, ma soprattutto prima di fare un regalo ti sei mai chiesto come mai ha scelto di farlo? Qual è il significato che dai nel farlo? Come mai hai pensato di farlo a quella specifica persona?
Per esempio ci sono famiglie che per un intero anno sembrano appartenere a due pianeti distinti e separati e il giorno di Natale, come se nulla fosse, si svegliano e dicidono di ritornare a vivere sullo stesso pianeta, festeggiando insieme di fronte ad un bicchiere di vino e ad una tavolata ricca di cibo, facendo il sacrificio, almeno per quel giorno, di “volersi bene ed essere più buoni”.


Più che una “mangiata” servirebbe una bella chiacchierata! Non trovate? Sarebbe utile anche a coloro (amici, fratelli, etc.), che per questa festività decidono di scambiarsi dei regali ma durante l'anno non condividono nulla insieme, e soprattutto sono titubanti rispetto al loro legame reale e originario. Ecco perché donare è un’altra cosa. Significa offrire impegno, qualcosa che testimonia amore e farlo in modo incondizionato, senza sentire di dovere nulla all’altro e senza nulla pretendere dall’altro. Il dono, a differenza del regalo, è un omaggio ai sentimenti, e non alla persona. L’immensa differenza tra dono e regalo sta nel fatto che il regalo è quantitativo, il dono è qualitativo.
Ricordiamoci che la festa del Natale non è propriamente un momento di ostentazione al lusso e si festeggia in ricordo e venerazione di un momento solenne avvenuto in una mangiatoia. Il periodo dell’anno in cui si ricorda la nascita di un bambino che, nonostante la sua regalità divina, nasce in uno dei luoghi più umili di un villaggio di pastori. Festeggiarlo in modo più sobrio non ne ridurrebbe sicuramente l’importanza.

Buon Natale a tutti!

20 dicembre 2015
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