venerdì 26 aprile 2024
Il cambiamento viene dalla gente. David Bowie ci credeva
di Veronica Petrocchi
Anche se non amava esporsi sul fronte della solidarietà, la star era impegnata su più fronti. Grazie anche alla sua compagna, Iman
12 gennaio 2016

Il 10 gennaio, dopo una lunga battaglia contro il cancro, David Bowie, rockstar internazionale, si è spento nella sua casa di New York all'età di 69 anni. La notizia è stata diffusa dai suoi familiari tramite i social attraverso il suo account personale.


Forse qualcuno si ricorda di Bowie, ospite nel 1999 nello show di Adriano Celentano, in prima serata su Rai 1, “Francamente me ne Infischio”. Dopo aver cantato “Thursday’s Child”, Celentano intervistò a modo suo Bowie, un modo che, stando ad alcune fonti vicine alla rock star inglese, non piacque al Duca Bianco, forse perchè basato su domande improvvisate e “delicate”, ma che molti amano ancora ricordare. Celentano inizia la conversazione con una domanda a bruciapelo: «Cosa bisogna fare contro la fame nel mondo?». Bowie risponde: «La politica deve agire, ma il cambiamento deve partire dalla gente».L'intervista si fa sempre più accesa, e termina con Celentano che chiede a Bowie «come si può porre fine alle guerre ed avere finalmente la pace nel mondo?». A questo punto Bowie, palesemente innervosito, afferma stupito che «una risposta ad un quesito così ampio e importante non esiste. L'unico impegno individuale, che ognuno dovrebbe assumere, è quello di evitare sempre lo scontro e la guerra, che genera solo distruzione e la morte di innocenti».


Bowie non amava esporsi sul fronte della solidarietà. Preferiva apparire scettico e disimpegnato, tendendo a mascherare il suo impegno sociale su più fronti, dalla difesa dei bambini africani, alla lotta contro l'Aids e altre malattie infettive, ma anche la violenza contro le donne. Una parte degli introiti dei concerti erano sempre destinati a un'associazione o per una causa benefica. Inoltre ogni anno era solito interrogare la sua community di fan, per decidere quale charity sostenere. Non amava parlare della sua sfera personale ma, in rare occasioni ha raccontato di come la sua vita fosse cambiata positivamente, dopo un periodo di dipendenza dalla droga. Da 24 anni era legato sentimentalmente a Iman, ex modella somala, la quale lo avvicinò molto alle problematiche sociali che affliggono una parte del Pianeta. È stata proprio lei la prima che su Instagram ha scritto «The struggle is real, but so is God».


David Robert Jones – questo il vero nome –, originario di Brixton, debutta con il suo primo singolo, “Can't help thinking about me, pubblicato il 14 gennaio del '66 a nome di David Bowie e The Lower Third. Nel 1967 l'incontro cruciale per la sua carriera, quello con Lindsay Kemp. Dall'artista apprende i segreti della teatralità, della mimica, dell'uso del corpo, elementi fondamentali della sua personalità artistica che si affermerà attraverso le sue tante "personalità”. Bowie conquista il suo pubblico per l'originalità dei testi, il look sempre nuovo e stravagante, eccessivo, accompagnato da un rock rivoluzionario. Il 10 febbraio del 1972 inizia il suo primo tour, con 103 concerti in 60 città. Ormai Bowie è una star affermata, inarrestabile e continua ad affascinare i fan con travestimenti sempre diversi: si può permettere di essere Ziggy Stardust, un extraterrestre bisessuale e androgino trasformato in rockstar, che fa di Bowie un portavoce della libertà sessuale. È solo uno dei suoi tanti “alter ego”, da Aladdin Sane al Duca Bianco, una continua reinvenzione di se stesso che gli ha permesso di mostrare varie sfaccettature della sua arte nel corso della sua prolifica carriera. Due settimane fa aveva annunciato il ritiro «definitivo e irrevocabile» dai palcoscenici che non frequentava dal 2006. Ma, nonostante la malattia, proprio il giorno del suo compleanno, è uscito il suo 28esimo e ultimo “album – testamento” dal nome “Blackstar”.


12 gennaio 2016
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