giovedì 25 aprile 2024
NOma, la mafia si combatte con il ricordo
di Giorgio Marota
Nasce un'app che ci guida nei luoghi degli attentati mafiosi, raccontandoci le storie di chi ha perso la vita nella lotta alla mafia. Un museo interattivo sui nostri smartphone, con note biografiche, interviste, mappe, foto e video d'epoca e la voce di tanti artisti siciliani
15 febbraio 2016
"Non li avete uccisi: le loro idee camminano sulle nostre gambe". Così urlavano i tanti giovani scesi in piazza a Palermo dopo l'estate stragista del 1992, quella in cui persero la vita in attentati mafiosi i giudici Falcone e Borsellino. Sono passati 24 anni, quei ragazzi indignati sono diventati uomini e donne e le tecnologie si sono evolute fino a poter avere il mondo nel palmo di una mano, racchiuso in pochi pollici nel palmo di una mano. Quello che è rimasto tale e quale è l’ideale di giustizia per quelle vittime, diventati eroi e simboli di un’Italia che reagisce e denuncia.
 
E’ vero, non li avete uccisi perché quelle idee non camminano solo sulle nostre gambe ma continuano a diffondersi oggi sui nostri smartphone e tablet. Come? Grazie a NOma, una applicazione realizzata dall’associazione culturale “Sulle nostre gambe”, progettata e sviluppata da Tim con il patrocinio del comune di Palermo e con la collaborazione delle Teche Rai, disponibile gratuitamente per iOS, Android e Windows. NOma è una guida per cittadini, turisti, studenti e curiosi attraverso le strade di Palermo nei luoghi degli attentati mafiosi, raccontati come in un audiolibro. Un contributo sociale di valore storico e documentaristico senza precedenti, su quella che resta una pagina importante, seppur nera, della storia del nostro Paese.

A sorprendere in questo lavoro di ricerca e approfondimento è la cura dei dettagli: il racconto delle vite delle vittime di mafia è arricchito da note biografiche, interviste ai familiari foto e video d’epoca e mappe, in un vero e proprio museo interattivo. Se si è a Palermo poi e ci si trova nei pressi di una tappa del “museo urbano”, identificato come luogo della storia, l’applicazione invia una notifica. Il tutto accompagnato dalle voci narranti di tanti artisti siciliani: da Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, (presidente dell’associazione “Sulle nostre gambe”) a Pippo Baudo, passando per Giuseppe Fiorello, Tornatore, Leo Gullotta, Luigi Lo Cascio, Ficarra e Picone, Teresa Mannino, Paolo Briguglia, Donatella Finocchiaro e Isabella Ragonese. NOma è però anche un’applicazione sociale che propone itinerari alla scoperta delle realtà che aderiscono ad “Addiopizzo”, movimento nato su iniziativa di un gruppo di giovani che hanno scelto di combattere la mafia promuovendo una economia virtuosa. Dai ristoranti agli alberghi, passando per officine, case editrici, agenzie di viaggi e tanto altr perché la mafia si combatte anche nelle scelte quotidiane, vincendo quella contraddizione che lo scrittore siciliano Sciascia vedeva “impastata nel sangue delle strade di Palermo e nel sudore onesto dei suoi lavoratori, capace di distribuire equamente lavoro e morte”.

Il cambiamento, come sempre, parte dai cittadini e da uno Stato che ha messo a disposizione una sala del proprio Senato per la presentazione ufficiale dell’applicazione. Un gesto simbolico, che sa di rinnovamento nell’impegno alla lotta contro la mafia, proprio da parte di quelle istituzioni il cui ruolo in passato è stato ambiguo e oggetto di critiche e perplessità. Inizia così un nuovo viaggio narrato dentro le singole esistenze di Paolo Borsellino, Giorgio Boris Giuliano, Mario Francese, Rocco Chinnici, Libero Grassi, Giovanni Falcone, Pietro Scaglione, Piersanti Mattarella, Antonino Agostino, Pio La Torre, Mauro De Mauro, Cesare Terranova, Giuseppe Montana, Carmelo Iannì, Giuseppe Puglisi, Ninni Cassarà, Calogero Zucchetto, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Paolo Giaccone, Filadelfo Aparo, Peppino Impastato e Gaetano Costa. Nessuno ci darà indietro le loro vite, ma da oggi accanto a quei nomi e a quei volti ci saranno delle storie, racconti 2.0 di coraggio e libertà.
15 febbraio 2016
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