giovedì 25 aprile 2024
L'Italia si racconta, tra presente e passato, con la fotografia
di Veronica Petrocchi
La frenesia del presente e i ricordi memorabili di un'epoca passata. Il Macro e Palazzo Braschi a Roma ospitano due mostre fotografiche per raccontare l'Italia di ieri e di oggi
Dal 9 ottobre 2015 al 17 gennaio 2016 il Macro di via Nizza a Roma ospita la XIV edizione di Fotografia – Festival Internazionale, che affronterà il tema del "Presente". In un mondo caotico e in continuo cambiamento la pratica fotografica si presenta come arte privilegiata per fissare e definire il presente, per osservarlo e per delimitarne i confini. «Delimitare il presente significa innanzitutto separarlo e astrarlo dalle limitazioni temporali che lo minacciano e rivolgere lo sguardo invece a quell’istante infinito capace di auto-rappresentarsi e di auto-determinarsi», spiega Edoardo Albinati, uno degli organizzatori dell’ evento, scrittore, traduttore romano e regista de “La ballata dei lavavetri”(1998) e “Il racconto dei racconti - Tale of Tales”(2015). «La fotografia regala silenziosamente quella descrizione e analisi del presente che percepiamo, e quindi viviamo, in tutti i suoi ritmi frenetici, tanto da inglobare le nostre vite senza che ce ne rendiamo conto. In mezzo alla miriade innumerevole delle percezioni, che costituiscono l’universo comunicativo, la fotografia isola e magnifica il suo dato mettendolo in cornice». Continua Albinati che l’immagine scattata, «crea quello scalino, quella differenza, per cui il dato si rivela per noi, noi veniamo rivelati, cioè liberati da quella nube di interferenze comunicative che a sua volta ci rendeva indistinti, confusi, non reali».


Chi invece è appassionato di storia, ed è curioso della società del primo dopo guerra, non può lasciarsi sfuggire la mostra War is over!, nelle immagini dei Signal Corps e dell’Istituto Luce, ospitata dal 26 settembre al 10 gennaio 2016 al Palazzo Braschi di Roma. Le 140 immagini inedite, e filmati d’epoca - compresi nel periodo tra il luglio del 1943 ( sbarco degli alleati in Sicilia) e il 1946, riguardano la Liberazione, momento di gioia, festa, speranza e, insieme, un momento di paura, contrasti e smarrimento; tra la fine di aprile e l’inizio di maggio del 1945 una giovane Italia deve ancora compiersi e il Paese, distrutto e affamato, lotta per il riscatto, verso la rinascita. Da una parte gli scatti dell’Istituto Luce, l’organo ufficiale di documentazione foto-cinematografica del regime, sono in “bianco e nero”, espressione prima del declino del fascismo e poi della sobrietà di una classe dirigente, che cerca di costruire una nuova immagine sulle rovine della guerra. Dall’altra parte, le fotografie dei Signal Corps, l’efficiente servizio di comunicazioni al seguito delle truppe statunitensi, provenienti da un raro repertorio, conservato presso la NARA (National Archives and Records Administration). Qui l’uso del colore diventa il segno di un’Italia diversa, “rivelata” da operatori e fotografi attenti al contesto sociale e testimoni dell’esportazione dell’american way of life che, con la ricostruzione, raggiungeva anche l’Italia.


Nelle sezioni si alternano episodi bellici e ritratti di soldati come, ad esempio, le immagini censurate dei travestimenti da pecora dei combattenti, un Mussolini stanco e logorato a cui si contrappone il tavolo delle potenze vincitrici alla Conferenza di Potsdam o il ringraziamento di Papa Pio XII, circondato dalle truppe alleate. Altre sezioni raccontano poi il Bel Paese, momenti di vita civile e militare, tra episodi di guerra e soccorsi ai feriti. È presente anche una parte che riguarda il contrasto tra amore e guerra, in cui si intravedono le prime effusioni timidamente romantiche. L’ultima sezione recupera il tema della Rinascita: attraverso le immagini di questa decima parte si racconta, dopo i festeggiamenti per la fine del conflitto, la difficile situazione di un’Italia del primo dopo guerra.