giovedì 25 aprile 2024
Gli Oromo chiedono aiuto per fermare l’eccidio dei connazionali in Etiopia
di Redazione online
La manifestazione in Piazza Montecitorio a Roma, alle 14.00 di giovedì 14 gennaio, per richiamare l'attenzione sulla persecuzione della popolazione, dovuta al piano di espansione di Abdis Abeba imposto dal Governo

Solo nell’ultimo mese 4000 persone detenute e oltre 140 persone uccise. La causa? Il cosiddetto “Addis Abeba Master Plan”, il piano di espansione della capitale che il governo sta portando avanti.


In questo momento in Etiopia è al governo la minoranza Tigre, ma Addis Abeba è una enclave all’interno dell’Oromia, la regione più estesa e popolosa dell'Etiopia, che è abitata prevalentemente dagli Oromo (i quali peraltro sono il primo gruppo etnico, con oltre il 32% della popolazione del paese), e dalla minoranza Amhara. A causa del piano di espansione, gli Oromo stanno subendo la confisca delle terre che hanno occupato per oltre 3mila anni. Così contadini rimasti senza nulla, famiglie sradicate, studenti hanno risposto ribellandosi all’appropriazione delle scarse risorse della zona da parte del governo e alla vendita di quei terreni ai paesi esteri.


A sostegno dei connazionali privati della propria libertà e dei propri beni, detenuti ingiustamente, vittime di torture e omicidi, l’Associazione Oromo organizza una   Manifestazione pubblica   il 14 gennaio 2016 alle ore 14.00 in piazza Montecitorio a Roma.   L’associazione ha anche redatto un documento, il “Manifesto democratico del popolo etiope oppresso”, con il quale intende richiamare l’attenzione del Governo italiano e dell’Unione Europa sugli scontri in atto nella zona dal 2014.  


«Chiediamo aiuto al Governo italiano. Chiediamo all’occidente di non sostenere ulteriormente la dittatura Tigre inviando denaro e armi», spiega Mohamed Aga Yussuf, presidente dell’associazione Oromo. «Non siamo politici, siamo Oromo. Ci rivolgiamo a Italia e Unione Europea perché lì sta morendo  la nostra gente. Etiope, non solo oromo. Non siamo contro l’espansione della capitale, ma in questo modo l’Oromia viene privata di tutto, i terreni  vengono venduti a cinesi, arabi, indiani e coloro che li occupavano da millenni devono affrontare la fame». Gli scontri, conclude Yussuf, continuano e «chi si ribella viene condotto in carcere, affronta interrogatori, torture, deportazioni, omicidi. Sollecitiamo la comunità internazionale a dare sostegno alla popolazione etiope contro il terrorismo di stato portato avanti dalla minoranza Tigre e ad aprire la strada a libere elezioni. Prima che sia troppo tardi».