
La Iea (Agenzia internazionale dell’Energia), un’organizzazione intergovernativa con sede a Parigi che controlla le politiche energetiche, ha pubblicato il rapporto Net Zero by 2050, il primo studio completo al mondo su come passare a un sistema energetico a zero emissioni entro il 2050.
La Iea ha tracciato una roadmap per ridurre le emissioni di anidride carbonica praticamente a zero e mantenere entro la fine del secolo l'aumento medio della temperatura globale a 1,5°C rispetto al periodo pre-industriale. Il percorso – secondo l’agenzia – è difficile, ma ancora realizzabile. Esso richiederebbe una trasformazione netta dell’economia globale per raggiungere questi obiettivi condivisi a oggi dall’Ue, dagli Stati Uniti, dal Regno Unito e altri importanti paesi.
Secondo questo piano della Iea, sarebbe necessario interrompere la vendita di auto a benzina convenzionali entro il 2035, raggiungere il 100% di energia pulita entro il 2040 e utilizzare pompe di calore per soddisfare almeno la metà di tutte le esigenze di riscaldamento entro il 2045.
La maggior parte dell'energia proverrebbe da fonti rinnovabili, con la Iea che prevede che l'energia solare aumenterà di 20 volte e quella eolica di 11 volte entro il 2050. Anche il consumo di elettricità aumenterà. Oggi circa il 20% del consumo totale di energia è elettrico. Entro il 2050, in questo scenario, questa cifra salirebbe al 50%. I combustibili fossili come carbone, petrolio e gas avrebbero un ruolo molto limitato entro il 2050 in questo scenario. Il carbone diminuirebbe ad appena il 4% dell'approvvigionamento energetico globale, principalmente da centrali elettriche attrezzate per catturare l'anidride carbonica prima che venga rilasciata.
Il rapporto indica ai governi la strada da seguire per ridurre l’utilizzo di risorse inquinanti e accelerare il passaggio a quelle sostenibili. Secondo Fatih Birol, direttore esecutivo dell'Agenzia intergovernativa fondata dall'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico); si tratta di «una sfida colossale», ma «se i governi seguiranno la nostra roadmap, nel 2040 tutto il fabbisogno mondiale di elettricità sarà soddisfatto da centrali fotovoltaiche, eoliche, idroelettriche, geotermiche e in alcuni paesi come Francia e Cina da un piccola quota di nucleare». Questa linea è condivisa e sostenuta già dalla Banca d’Italia. Luigi Federico Signorini, direttore generale della Banca d'Italia, nel messaggio di benvenuto al G20 Sustainable Finance Working Group Private Sector Roundtable, ha infatti sostenuto che «più tardi agiamo, maggiori saranno i costi», aggiungendo che «gli investimenti necessari sono enormi e avranno bisogno di essere sostenuti per un lungo periodo».
Tutto ciò che prevede il rapporto non è realizzabile senza grandi cambiamenti politici e un aumento degli investimenti energetici. I governi dovrebbero accelerare i loro piani per ridurre le emissioni. Infatti i piani per il clima esistenti, esaminati anche dalla Iea in questo rapporto, ridurranno le emissioni solo del 35% entro il 2050. I governanti dovranno inoltre utilizzare tutti gli strumenti a loro disposizione, compresa la fissazione di un prezzo sulle emissioni di anidride carbonica. Anche l’apporto individuale non è trascurabile: le persone dovranno cambiare il loro stile di vita, visto che circa il 4% delle riduzioni delle emissioni previste nel rapporto deriveranno da cambiamenti nel comportamento, come prendere meno voli a lungo raggio.