domenica 5 maggio 2024
Burundi: dopo le lacrime, la speranza
di Dieudonné Niyibizi
Nel dolore, la comunità delle tre suore assassinate si è rafforzata. Ecco la testimonianza di Dieudonné Niyibizi, sacerdote a Kamenge, nella parrocchia della strage
10 settembre 2014

«Il loro sangue diventi un seme di speranza», ha detto Papa Francesco dopo la tragica uccisione di tre suore missionarie saveriane in Burundi. Suor Lucia Pulici e suor Olga Raschietti, di 75 e 83 anni, sono state uccise domenica pomeriggio. Suor Bernardetta Boggian, 79 anni, è stata uccisa successivamente, nella notte tra domenica e lunedì. Il killer, Christian Bosco Butoyi, trentatré anni, è stato già arrestato dalla polizia. Sembra che non avesse un vero movente, che abbia compiuto un gesto di follia.


Siamo a Kamenge, un quartiere settentrionale della città di Bujumbura in Burundi, una parrocchia fondata nel 1999 dai missionari saveriani. Dal 2000 si è installata una comunità di suore saveriane. È un territorio che è stato a lungo martoriato dalla guerra, una zona che ha perso tanti suoi figli negli anni tra il 1994 e il 2000. 

I missionari saveriani hanno deciso di installare una parrocchia in quel quartiere vuoto e pericoloso, rischiando la loro vita purché la gente ritornasse. Hanno costruito una Chiesa, una canonica, un convento, una scuola, un dispensario. E infatti la gente comincia a ritornare. E poi ci sono le casette, l'aiuto agli orfani, ai poveri, alle vedove e ai giovani, una serie di progetti per far vivere il quartiere, che velocemente si riempirà di gente. La parrocchia crescerà per diventare, un centro, un luogo di riferimento morale, spirituale, educativo. 

Le suore erano diventate amiche di tante famiglie, delle vedove, degli anziani, degli ammalati che abitavano in zona.


Ecco perché la gente piangeva lunedì. Sono sconvolti. La parrocchia è quasi paralizzata. Dicono «siamo maledetti, siamo dannati». In lutto e silenzio, i fedeli pregano con dolore e sgomento nella Chiesa della parrocchia, mentre tanti altri, furiosi, non possono contenere la loro rabbia. Ma si sono mostrati vicini, attaccati e solidali ai missionari.

La gente piange, ma questo evento rafforza il senso di appartenenza alla comunità. Il parroco, padre Mario Pulcini, si è comportato come un vero pastore e ha chiesto a tutti di placarsi, invitando i fedeli alla celebrazione eucaristica di mercoledì - cioè oggi - alle 16. Tutti lo hanno ascoltato. Invece di scoraggiarsi, i fedeli hanno riscoperto i valori e la testimonianza della vita missionaria.


Le suore hanno dato tutto, anche loro stesse. Questo il messaggio che lasciano Lucia, Olga e Benedetta alla Comunità parrocchiale di Kamenge. Ci sono tante preoccupazione - fondate - da parte di quelli che sostengono questa zona. Però il male non deve mai vincere. «Dove c’è rischio, c’è ancora più bisogno di vicinanza con il popolo che soffre», diceva Padre Lombardi, il portavoce del Vaticano . Ci sarà anche sempre vicinanza e affetto dei fedeli cristiani ai missionnari nell’interesse della propria comunità.

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