venerdì 26 aprile 2024
La politica può governare la globalizzazione?
di Ermanno Giuca
“I Governi e la globalizzazione” è il tema guida della quinta edizione della scuola di formazione socio-politica organizzata dai salesiani della parrocchia di Santa Maria della Speranza di Roma. Prof. Crosti: «La politica nazionale non detiene più l’influenza di un tempo»
26 gennaio 2015
Con il tema “I Governi e la globalizzazione” ha preso il via la quinta edizione della scuola di formazione socio-politica organizzata dai salesiani della parrocchia romana di Santa Maria della Speranza in collaborazione con l’Università Pontificia Salesiana. Scopo dei cinque incontri rivolti a giovani, insegnanti, educatori, catechisti e a coloro che sono impegnati in attività politico-economiche, è quello di individuare i princìpi e criteri per la costruzione del bene comune alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa. Il particolare, si legge nella presentazione, l’obiettivo di quest’anno sarà quello di «riflettere sulle difficoltà di governare le nostre società e delineare nuovi percorsi di ricerca e di azione».

La relazione del primo incontro, incentrata su “L’agire politico tra trasformazioni epocali e sfiducia dei cittadini”, è stata affidata al prof. Massimo Crosti, docente di Filosofia Politica presso l’Università Pontificia Salesiana.

«Al centro di ogni politica c’è un Governo - ha affermato il prof. Crosti - ma non tutta la politica è riconducibile ad esso. È il suo momento centrale ma è necessaria anche la partecipazione dei cittadini. Questi oggi nutrono sfiducia nei confronti di chi li rappresenta politicamente; ricordiamoci, però, che l’antipolitica c’è sempre stata in Italia ma oggi sta diventando un fenomeno sempre più internazionale».

Anche gli stessi politici, però, soffrono una certa impotenza davanti alla globalizzazione. «Sulla carta detengono grande potere ma in effetti non lo hanno. Il problema è la distanza tra le aspettative dei cittadini e quello che realmente i politici possono fare. Perché ci troviamo davanti questo scenario? Perché l’economia sta diventando sempre più globale tanto da non poter essere più governata dai singoli stati. Lo Stato si trova in una situazione di inferiorità rispetto ad altri poteri più forti della politica stessa».

La crisi che stiamo vivendo
, oltre al livello economico, interessa anche lo Stato e il diritto. «Uno dei fenomeni che più sta influenzando le sorti dei Paesi in questi ultimi anni - continua il prof. Crosti - è il fenomeno della democratizzazione. Le corti internazionali spingono sempre più i singoli stati a nuove conquiste democratiche. Pensiamo all’Inghilterra che viene sanzionata dalla Corte Europea perché non fa votare i detenuti. Pochi anni fa questa influenza sarebbe stata impensabile. È un quadro in movimento, stiamo uscendo da un ordine e ne stiamo costruendo un altro».

Dunque come uscire da questo
impasse che si apre sempre più a poteri sovranazionali? «Ci sono tante soggettività. Portare unità in questo mondo complesso è un’impresa immane. La costruzione di un’Europa più determinante come soggetto politico potrebbe essere una via. Perché non è solo un problema di ordine politico ma anche sociale ed economico. Ecco perché quando vogliamo approcciarci al mondo politico dobbiamo prendere in esame tutte queste altre variabili».

Il prossimo incontro intitolato “Quale futuro per l’Europa tra crescita e austerità?” si svolgerà il 26 Gennaio 2015 e ospiterà, come relatore, l’on. Enrico Letta, già Presidente del Consiglio. Per tutti gli aggiornamenti sulla scuola di formazione si può consultare la pagina Facebook dedicata all’evento.




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