venerdì 19 aprile 2024
"Finalmente Urlo": la storia di Luca, che non si è arreso alla violenza e all'ingiustizia
di Marta Immarrata
In un libro autobiografico, Luca Mongelli racconta come una violenta aggressione l'ha ridotto in fin di vita e l'ha lasciato tetraplegico e non vedente. Ma anche come è riuscito a reagire e ricominciare
4 gennaio 2019

Si intitola "Finalmente urlo. Storia di una straordinaria ingiustizia" il libro scritto da Luca Mongelli e Francesco Minervini e pubblicato nell'ottobre 2018 da Grecale Editori, narra la storia di una forte ingiustizia avvenuta in Svizzera e subita da una famiglia del Sud Italia, trasferitasi per lavoro in un piccolo paese della Svizzera (Veysonnaz)

La storia di Luca è un caso emblematico di ingiustizia, al cui centro c'è la famiglia Mongelli, di orgini pugliesi. Luca è rimasto vittima di un gravissimo episodio di intolleranza da parte degli abitanti del Paese e poi anche del sistema giudiziario cieco e ipocrita, che ha chiuso gli occhi e la bocca di fronte a quanto successo.

 

Percepiti come estranei, in quella tranquilla cittadina svizzera, Luca e il fratello Marco giocano nel parco di casa e aiutano il padre e la madre con il ristorante che hanno aperto: un ottimo ristorante, che funziona bene, tanto da entrare in concorrenza con gli altri ristoranti del paese e da suscitare l'invidia degli abitanti di Veysonnaz.

Nonostante non facessero niente di particolare, Marco e Luca venivano discriminati a scuola e trattati come estranei, ma andavano avanti, ignoravano le denigrazioni e gli insulti subiti, perchè erano una famiglia felice. 

 

Un giorno Luca e Marco stavano giocando nel parco fuori casa, con il cane, mentre la madre e il padre erano fuori per lavoro. Quel giorno successe quello che non sarebbe dovuto succedere, ma quel giorno non era un giorno come gli altri, era il "giorno dell'incidente" come lo chiamava Luca.

Luca viene aggredito, spogliato, lasciato nudo nella neve. Viene salvato all'ultimo momento, ma è in coma. Contro ogni previsione si sveglierà, e da quel momento comincerà la sua battaglia per ricominciare a vivere, tra un ospedale e l'altro: è tetraplegico, non ci vede, non ha nessuna autonomia. Torna in Italia, perché in Svizzera non trova cure e percorsi riabilitativi adeguati.

Cosa è successo quel giorno? Marco è piccolo e non viene seriamente preso in considerazione come testimone, il cane che giocava con loro non può parlare: un sistema giudiziario sbrigativo attribuisce la colpa al cane, che viene ucciso. Ma altri indizi - compresi i vestiti tolti senza strapparli - fanno capire che si tratta di un'aggressione da parte di un uomo, non di un cane peraltro mite.

 

In questa tragedia il forte amore dei genitori supera tutto, in particolare l'amore della madre, che accompagna Luca nel lungo percorso dal ricovero alla convalescenza e al ritorno ad una vita piena. Luca, ad esempio, in Italia è potuto andare a scuola e oggi studia con buoni risultati all'Università di Bari, è appassionato di scrittura e della buona cucina (Francesco Minervini, che ha firmato il libro con lui, si impegna attivamente nel campo del sociale e del volontariato e ha già pubblicato diversi libri denunciando storie di mafia e soprusi).

Ma in questo caso considerato un giallo, anche se un giallo non è, la giustizia dove sta? Il procedimento non è ancora chiuso, ma possiamo dire che fino ad ora giustizia non c'è stata.

 

Questo libro può essere considerato una forma di denuncia per tutte quelle ingiustizie subite a causa di pregiudizi, per chi ancora oggi è considerato un estraneo e per chi come me, lettrice di questo libro, sente pesante questo sentirsi superiori da parte di un popolo o di una comunità su un'altra. 

Ma dietro questa ingiustizia e al tanto dolore subìto, alla fine la voglia di vivere trionfa: questo libro non è solo sofferenza, nonostante tutto, c'è la volontà di chi ce la vuole fare, la volontà di chi preferisce vivere piuttosto che darla vinta, di chi vuole urlare (da qui il titolo), dopo il risveglio, il nome del suo torturatore.

Questo è un libro per chi vuole sognare un futuro diverso, un futuro migliore, il nostro futuro.

4 gennaio 2019
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