sabato 17 maggio 2025
Pubblicità: ci vogliono tette e luoghi comuni, se non c'è creatività
di Antonino Garufi
Il corpo delle donne usato come oggetto, un'idea dell'Italia ormai superata, un'azienda recidiva nell'affidare la propria immagine a questi espedienti di bassa lega...
21 luglio 2012
Parlo da studente universitario siciliano, fuori sede a Roma da circa due anni, che tocca la terra isolana in media tre volte l'anno: Natale, Pasqua e vacanze estive. Normalmente mi sposto utilizzando la via aerea e poche volte la rete ferroviaria. Non voglio qui disquisire sulle comodità offerte dai sistemi di viaggio e neppure sulle tre alternative che mi permettono di giungere nella mia terra natia. Di opzioni ne ho presentate solamente due, perché è sulla terza che vorrei riflettere con voi, miei lettori: la via del mare.
Non sono al corrente di rilevamenti statistici del numero di persone che scelgono di spostarsi dalla penisola in maniera marittima, né sono informato su quante persone preferiscono questo tipo di viaggio agli altri. Ho avuto modo però di studiare i fondamenti delle teorie e tecniche della pubblicità con i suoi canoni etici e deontologici. Sicuramente vi sarete chiesti: "E questo cosa c'entra?". Nel discorso, a mio parere, c'entra eccome !!!

Da qualche giorno si vedono grandi manifesti (6x3), sulle strade di Roma; un vecchio marinaio dalla barba bianca con una polo blu firmata TTTLines è in piedi fra due donne avvenenti. La TTTLines S.p.A. è una compagnia di navigazione di rilievo nazionale, tradizionalmente operante nel trasporto merci che ha attivato, da alcuni anni, un servizio di linee passeggeri e merci dirette da Napoli a Catania e viceversa. Le campagne sono state curate dalla "Fabris adv" operante nel campo dell'advertising dal 1975.
Il cartellone pubblicitario in questione presenta: a sinistra, una donna dal biondo capello, vestita di bianco con un foulard e una borsa verde, accarezza la guancia destra dell'uomo. Alla nostra destra invece, un'altra donna vestita di nero, con un velo dello stesso colore, ha i tratti somatici del Sud: più scura di carnagione e capelli scuri. Lo slogan è: "Contribuiamo a tenere l'Italia unita tutti i giorni".

Come al solito, stereotipizzare il Sud e il Nord del nostro Bel Paese è facile, molto più facile di metter su una campagna creativa, che funzioni senza l'ausilio di cliché triti e ritriti. Stereotipo che offende! Una campagna pubblicitaria dallo stile recidivo, perché non è la prima volta che questa ditta di trasporti gioca con la pubblicità utilizzando doppi sensi e riferimenti fallici o addirittura ad unico senso (si ricordi la campagna del 2008 con lo scatto fotografico del seno di una donna che andava a raffigurare i due vulcani: il Vesuvio e l'Etna).
Il panorama partenopeo e siculo si vedono uniti dal percorso NAPOLI-CATANIA e CATANIA-NAPOLI proposto quotidianamente dalla TTTlines. Questo tipo di pubblicità, non fa altro che aumentare il tam-tam mediatico (già scoppiato nel 2008) di critiche e commenti. Anche questo un classico: c'è a chi piace e a chi no. Ma ancora una volta il corpo delle donne è usato come un oggetto. Il discorso si amplierebbe, se facessimo opportuni collegamenti agli eventi del capitano della Concordia ed il suo rapporto con le donne, o al più filosofico crollo dei valori della società post-moderna.

Continuerò a manifestare il mio dissenso per questi materiali "osceni" per non cadere intrappolato nella spirale del silenzio!

@tgarufi
21 luglio 2012
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