Sos api
Le api stanno morendo e l'allarme degli ambientalisti ha messo in moto le istituzioni della Ue che ha bandito, per il momento, alcuni pestici killer...
30 agosto 2013
Che le api, in questi ultimi decenni, stiano lentamente
scomparendo è cosa nota. Ogni tanto qualche scienziato apocalittico lancia un
grido d’allarme accompagnato dalla famosa frase: quando le api saranno tutte
scomparse anche l’uomo avrà poco da vivere. Se l’eguaglianza api scomparse/umanità
finita può sembrare un’esagerazione, e studi recenti lo hanno confermato, è
altrettanto vero che la scomparsa delle api e di tutti gli altri insetti
impollinatori comporterebbe la scomparsa di numerosissime piante e tra queste
anche quelle da frutto.
Mele, fragole, mandorle e pomodori, tanto per citare i più comuni e in generale circa un terzo del cibo che mangiamo dipendono dal servizio di impollinazione offerto da api e altri insetti impollinatori. Inoltre senza il lavoro delle api la resa delle colture potrebbe calare del 90% nell’arco di qualche decennio. E se è vero che l’umanità potrebbe continuare a sopravvivere alla scomparsa delle api, è evidente che messa in questi termini sarebbe una sopravvivenza tutt’altro che felice.
La sindrome dello spopolamento degli alveari inizia già a metà degli anni 90 ma è il 2006 l’anno in cui apicoltori nordamericani prima e europei dopo, segnalano una diminuzione delle api di proporzioni fino ad allora mai conosciute. Un fattore principale non è stato ancora identificato ma esistono una serie di cause che hanno contribuito allo spopolamento degli alveari tra queste: urbanizzazione eccessiva, onde elettromagnetiche delle telecomunicazioni, colture transgeniche e utilizzo dei pesticidi chimici. Questi ultimi poi sono imputati dalle associazioni ambientaliste, di essere la causa principale nonché quella che va oltremodo combattuta. Per questo Greenpeace sta portando avanti la campagna “salviamo le api” attraverso la creazione di un sito web apposito salviamoleapi.org e la presentazione di “Un mondo in pericolo” (More than honey) un documentario realizzato dal regista Markus Imhoof e distribuito da officine UBU.
La buona notizia è che ad aprile la commissione europea si è espressa e ha varato un decreto con il quale si mette al bando da dicembre, e per due anni, l’utilizzo dei pesticidi quali imidacloprid, thiametoxam e clothianidin ed è del 16 luglio l’altra buona notizia che anche fipronil entra a far parte della lista degli insetticidi killer banditi per i prossimi anni. Secondo Greenpeace questo è solo un piccolo passo ma per arrestare la moria delle api è necessario bandite questa famiglia di pesticidi per sempre, una battaglia che l’associazione ambientalista sta portando avanti a colpi di petizioni on line e attraverso la sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questo fenomeno, conosciuto sì ma ancora sottovalutato.
Mele, fragole, mandorle e pomodori, tanto per citare i più comuni e in generale circa un terzo del cibo che mangiamo dipendono dal servizio di impollinazione offerto da api e altri insetti impollinatori. Inoltre senza il lavoro delle api la resa delle colture potrebbe calare del 90% nell’arco di qualche decennio. E se è vero che l’umanità potrebbe continuare a sopravvivere alla scomparsa delle api, è evidente che messa in questi termini sarebbe una sopravvivenza tutt’altro che felice.
La sindrome dello spopolamento degli alveari inizia già a metà degli anni 90 ma è il 2006 l’anno in cui apicoltori nordamericani prima e europei dopo, segnalano una diminuzione delle api di proporzioni fino ad allora mai conosciute. Un fattore principale non è stato ancora identificato ma esistono una serie di cause che hanno contribuito allo spopolamento degli alveari tra queste: urbanizzazione eccessiva, onde elettromagnetiche delle telecomunicazioni, colture transgeniche e utilizzo dei pesticidi chimici. Questi ultimi poi sono imputati dalle associazioni ambientaliste, di essere la causa principale nonché quella che va oltremodo combattuta. Per questo Greenpeace sta portando avanti la campagna “salviamo le api” attraverso la creazione di un sito web apposito salviamoleapi.org e la presentazione di “Un mondo in pericolo” (More than honey) un documentario realizzato dal regista Markus Imhoof e distribuito da officine UBU.
La buona notizia è che ad aprile la commissione europea si è espressa e ha varato un decreto con il quale si mette al bando da dicembre, e per due anni, l’utilizzo dei pesticidi quali imidacloprid, thiametoxam e clothianidin ed è del 16 luglio l’altra buona notizia che anche fipronil entra a far parte della lista degli insetticidi killer banditi per i prossimi anni. Secondo Greenpeace questo è solo un piccolo passo ma per arrestare la moria delle api è necessario bandite questa famiglia di pesticidi per sempre, una battaglia che l’associazione ambientalista sta portando avanti a colpi di petizioni on line e attraverso la sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questo fenomeno, conosciuto sì ma ancora sottovalutato.
30 agosto 2013
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