giovedì 29 maggio 2025
Meglio in miniera che in prigione
di Rita Dal Canto
Sudafrica, Johannesburg. Sono più di 200 i minatori intrappolati in una miniera d'oro illegale che si rifiutano di uscire per timore dell'arresto. Riflessioni su una prigionia nonsense
18 febbraio 2014

- Lavorare: meglio che essere in miniera.- Essere una miniera d'oro.-


La miniera, simbolo della ricchezza nascosta e della fatica del lavoro, è parte del nostro immaginario collettivo. Influenzati dalla letteratura, le diamo un significato quasi poetico, antico; è il sudore all'origine, quel Rosso Malpelo che abbiamo sullo stomaco dai tempi del liceo, senza offesa per il Verga.


Il mestiere del minatore, invece, è tutt'altro che un romanzo. Mentre noi lo percepiamo lontano dalla nostra vita - le miniere attive in Italia infatti sono soltanto 60-80 - esso è fonte di sostentamento per moltissime persone, un guadagno minimo per i singoli, ma che frutta agli stati un notevole interesse economico.

Chi ha le materie prime, le deve sfruttare come scambio, e se non ha i mezzi per farlo, farà accordi con altri stati che avidamente ne cercheranno il controllo totale.

Cosa succede se cittadini poveri, ma che vivono su terreni ricchi di materie prime, si vedono ridotti alla fame dai loro governi? Cercheranno di sfruttare illegalmente queste risorse.


E' quello che è accaduto in questi giorni in Sudafrica, a Johannesburg, nel quartiere di Benoni: dietro uno stadio di cricket è stata trovata una miniera clandestina, apparentemente inattiva, con un ingresso bloccato da una grossa lastra di cemento. Dentro, più di duecento minatori rischiavano di rimanere intrappolati e soffocati dalla mancanza d'aria nei cunicoli. L'Africa, il continente della Speranza per eccellenza, spera anche in negativo, scavando con mezzi di fortuna in vecchie miniere pur di raggranellare qualcosa in più.


La miniera, di proprietà della compagnia cinese Gold One, è stata letteralmente presa d'assalto dalle telecamere di tutto il mondo nel momento in cui sono arrivati i soccorsi dall'agenzia privata E24: grazie all'aiuto di una gru, la lastra è stata spostata ed i minatori adesso non sono più in pericolo di vita.


Alcuni minatori sono stati arrestati appena usciti dalla miniera, accusati di aver scavato illegalmente miniere non abbandonate ma ancora di proprietà privata. La paura di ricevere lo stesso trattamento spinge i restanti minatori a non voler uscire dalla miniera, preferendo questo tipo di prigione “naturale” alla prigione di cemento.


I minatori irregolari sono una realtà diffusa in Sudafrica: si introducono in scavi abbandonati che risultano spesso molto pericolosi, con condizioni precarie, di fortuna. Coloro che tentano questa impresa complicata sono persone con famiglie da accudire, persone che dovrebbero avere uno stipendio adeguato e che invece si riducono a talpe umane pur di sopravvivere alle spese quotidiane.




Fa riflettere pensare come il lavoro, che dovrebbe nobilitare l'uomo, eseguito in condizioni illegali, diventi quasi una prigione senza via d'uscita.


Fa ancora più riflettere pensare che da questa prigione si preferisce non uscire per fame e miseria, perchè l'alternativa è andare incontro ad azioni legali compiute dai proprietari della stessa miniera: in questo caso, il cunicolo appartiene ai cinesi, che sia pieno d'oro o meno, e non esiste Robin Hood che possa risolvere questa controversia; i cinesi infatti affermano che i minatori hanno scavato tunnel sotterranei per lavorare là dentro, e prevedono sanzioni per questo, affermano loro, furto.


Una miniera forse piena d'oro, sicuramente piena di persone impotenti, risorse umane che di fronte a questioni economiche si vedono negare diritti e libertà.

Ulteriori informazioni

Misna

La Repubblica



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