giovedì 1 maggio 2025
Gelosia. L'emozione "parassita" che bisogna imparare a dominare
di Giusy Arcella
In certa misura può far bene al rapporto di coppia, ma spesso diventa invece devastante. Ecco alcuni consigli su come affrontarla
26 settembre 2016


La gelosia è un'emozione “parassita” (nascosta dietro un'altra emozione) che si presenta quando una persona avverte, che la propria relazione importante è minacciata da qualcuno di esterno al rapporto e si teme di perdere improvvisamente la cosa più cara che si possiede, in questo caso l’affetto e la considerazione di chi si ama.

Tendenzialmente nelle persone gelose vengono distinti alcuni tratti: timore della perdita, della separazione da tutto quello che si pensa sia indispensabile alla propria felicità; paura di essere rifiutato, abbandonato; gelosia verso il partner che potrebbe condividere qualcosa di speciale con un’altra persona; gelosia e/o invidia per alcuni aspetti fisici o caratteriali che una terza persona possiede e che vengono visti come minacce per il proprio rapporto sentimentale.

Come potrete intuire, la gelosia è caratterizzata dalla paura e dall'insicurezza e può in tal modo influire negativamente sul rapporto di coppia. In ogni caso, la presenza di questo sentimento è un segnale che invita ad intraprendere un cambiamento su sé stessi. Direttamente legata alla possessività, la gelosia spinge la persona che la prova a ritenere di avere diritto assoluto sul proprio partner e di avere il primato sull’altro, inteso come oggetto del desiderio e di amore viscerale.

Frequentemente, chi ne è colpito mostra la sua gelosia anche in mancanza di qualsiasi situazione reale, o di qualche evento che possa giustificare un comportamento di questo tipo ed è proprio in queste circostanze che nascono le liti più accese, in quanto l'altro partner deve difendersi rispetto a qualcosa di inesistente, ma frutto dei pensieri di paura del compagno. Sarà difficile disconfermare tali pensieri, se a farlo non è per prima la persona gelosa.

Una delle caratteristiche che contraddistingue la gelosia, infatti, è il soffocare l'altro della coppia spingendolo inevitabilmente a interrompere il rapporto o se non, addirittura, a tradire realmente.
Per alcuni versi si tratterebbe di quello che gli psicologi chiamano "profezia che si autoavvera": quando si teme qualcosa, molto facilmente quel timore finisce per avverarsi. Perchè capita? Si potrebbe dire che, concreatmente, il problema viene alimentato dai tentativi di risolvere il problema: lo stess, il continuo controllare l'altro, la pretesa di salvaguardare il rapporto da eventuali intrusioni rende la relazione affettiva così tesa da creare la rottura del legame affettivo.  

Ma la gelosia è solo negativa? Assolutamente no! Distinguiamo due tipi di gelosia: quella “normale” e quella “patologica”. Nel primo caso si manifesta unita all’amore per il proprio partner ed evidenzia un grado accettabile della sua espressione. Questo tipo di gelosia può essere definito funzionale, nel senso che fa sentire il partner amato. Se il proprio partner non dimostrasse un minimo di gelosia, ci farebbe pensare ad un totale disinteresse nei nostri confronti. Pertanto, una dose contenuta di gelosia può giovare al rapporto e renderlo vivo.

Parliamo invece di gelosia “patologica” quando nasce da comportamenti che sono lontani dalla realtà, da azioni che risultano inconsistenti e provienti da un’ansia che nasce nella mente del geloso senza un riscontro oggettivo (per esempio il continuo controllare telefonate, cellulare per verificare se il proprio partner nasconde qualcosa/qualcuno, eccetera). Questo modo di fare è a lungo andare logorante, fino a consumare tutte le energie emotive, fisiche e mentali della coppia, non permettendo a nessuno dei due di vivere in maniera genuina e limpida i propri sentimenti.

L’amore implica fidarsi prima di tutto di sé stessi, accettare che l’altro sia “altro” da noi, e non un proprietà di sé. Avrete sentito spesso la frase “prima di amare l'altro bisogna amare se stesso”. Sembra una frase campata in aria, ma in realtà la sua concretezza riduce molte delle difficoltà relazionali, spece quelle di coppia come in questo caso, poiché la maggior parte di questi problemi legati alla gelosia derivano da un'insicurezza personale, che non permette di vivere il rapporto in maniera spontanea e serena.  

Come è posssibile superare l'espressione patologica della gelosia? Alcuni punti da tenere a mente sono: riconoscere la gelosia come uno stimolo per impegnarsi con se stessi per capire quali siano le paure che la provocano, impedendole, ed impedendo a se stessi, di danneggiare le proprie relazioni a causa della propria gelosia, osservando le cause del proprio atteggiamento da persona gelosa verso il proprio partner. Per esempio può capitare che il proprio partner si metta sulla difensiva. Il problema è che spesso, il geloso interpreta questa difensiva come una conferma ai propri sospetti, mentre è normale che chi si sente sotto pressione tenda a difendersi ed inoltre che quest'ultimo abbia anche raggiunto il limite di sopportazione.

Per fermare i sentimenti di gelosia potreste porvi delle domande: “Sono geloso perché ho paura o sono arrabbiato? E per quale motivo sono arrabbiato e ho paura?”. Con questa semplice regola si può già intervenire sul progressivo aumento del fenomeno ed impedire alla gelosia di trasformarsi in una devastazione emotiva. Inoltre, questa osservazione fatta in consapevolezza consente di gestire i sentimenti in modo costruttivo, senza essere sopraffatti da sentimenti negativi. È anche utile chiedere scusa al proprio partner quando ci si rende conto di aver esagerato con accuse ingiuste.

È sempre importante condividere i sentimenti stabilendo un dialogo con il partner. Condividere quello che sta accadendo dentro di sè, in una circostanza del genere, può portare sollievo e stabilisce un confronto positivo tra i partner. Fare questi primi passi è utile per scomporre il problema e percepirlo in modo meno drammatico. Inoltre, è bene ritrovare in sè quella felicità e sicurezza, che nessun altro può costruire al posto proprio se non sè stesso . È proprio in mancanza di ciò che, spesso, si scatenano tali meccanismi controproducenti per sé e per l'altro.    

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