giovedì 25 aprile 2024
Nel nome di un sogno. La fatica e la soddisfazione di diventare campioni
di Flaminia Marchese
Praticare uno sport a livello agonistico comporta molti sacrifici. Ma vale la pena, se si è convinti di potercela fare
23 maggio 2023

Perché faretanti sacrifici per uno sport, il tennis, per arrivare a livelli alti di agonismo, ma non tanto da ricavarne un guadagno pari a quello che si spende per praticarlo? Per rispondere a questa domanda abbiamo intervistato Benedetta Ortenzigiocatrice di tennis con alti risultati, visto che rientra nella classifica 2.4 nella categaria NOF (Normale Femmina). Cominiciamo conoscendola. 

Quando hai cominciato a giocare a tennis e da quando questo gioco è diventato un impegno a livello agonistico? 

«Ho iniziato a 4 anni, guardando mio fratello. Sono passata a livello agonistico a diventato a 10 anni, ma non me ne ero resa conto... Me ne sono accorta a 12, quando ho cominciato a viaggiare per i tornei».

  
Quanto tempo ti occupa l’allenamento in una settimana? 

«Quando andavo al liceo mi occupava tutto il pomeriggio dalle 2:30 alle 6:00, ora con l'università tutta la giornata: inizio alle 9/9:30, faccio pausa pranzo all'una e ri-inizio alle 2:30 fino 5:15, quindi in pratica tutto il giorno». 

 

Il praticare uno sport a questi livelli come ha condizionato la tua adolescenza? 

«Sicuramente mi ha aiutato, perché mi ha imposto la necessità di organizzare il tempo al massimo e renderlo il più produttivo possibile, però sicuramente mi ha privato di tante cose allo stesso momento, tante uscite con gli amici, feste... alle quali ho dovuto rinunciare per gli allenamenti o i tornei». 

 

Ricordi avvenimenti o situazioni alle quali hai dovuto rinunciare per gli allenamenti o tornei?   

«In particolare, una cosa che non ho vissuto particolarmente bene è quando mi è capitato di stare fuori per un torneo a Pasqua, e mentre tutta la mia famiglia stava insieme io stavo da sola in un altro continente... lì un po' mi è pesato. E ricordo anche quando per tre anni non ho potuto festeggiare Capodanno con gli amici, perché stavo sempre fuori per tornei, o anche più semplicemente tutte le estati nelle quali ho dovuto rinunciare ai viaggi con le mie amiche, non sapendo mai con precisione le date dei tornei».

 
Hai mai pensato di smettere per i troppi sacrifici e per la troppa fatica? 

«Spesso. La prima volta seriamente in terza media, inizio liceo, perché li si è visto tanto il cambiamento di età, di mentalità, ma più di tutti quest'anno a febbraio. Perché vedi che fai tanti sacrifici e poi magari capita la partita sbagliata, il momento sbagliato, in cui non sei al meglio fisicamente o mentalmente e ti chiedi: oggettivamente perché devo fare tutti questi sacrifici...? A volte perdi un po' di vista l'obbiettivo, perdi un po' di fiducia e vedi che invece tutti gli altri amici, anche il mio ragazzo, riescono a dedicarsi all'università con buoni risultati, e alle amicizie, alle feste, e tu rinunci e poi magari rimani delusa» 

 

Parlando a livello economico ti è mai costato ...

«Tantissimo, la mia famiglia non me l'ha mai fatto pesare, però hanno sempre fatto tanti sacrifici per il tennis e continuano ancora a farli» 

 

Hai uno sponsor ? 

«Si, economicamente un po' mia zia, ma per una questione affettiva. Inoltre ho Max Giusti che mi sovvenziona pagandomi ogni mese metà degli allenamenti. Però per i tornei fuori non ho sponsor, perché nel tennis non esiste proprio: quasi nessuno ha mai niente di pagato. I viaggi, le trasferte, si fa tutto in  modo autonomo... però almeno le racchette e i vestiti non li pago». 
 

Pensi di riuscire a raggiungere alti livelli in grado di ripagarti di tutti i sacrifci fatti?  

«Diciamo che l'obbiettivo è quello. Ciò che ti spinge nei momenti in cui vuoi smettere è continuare a pensare di poter arrivare ad un livello alto, quindi ora come ora ti direi che si, io credo di avere la possibilità di torgliemi molte soddisfazioni a livello alto».

 

Qual è la motivazione, che ti fa andare avanti su questa strada? 

«L'unico modo per andare avanti è non perdere di vista l'obiettivo e soprattutto vedere l'impegno come un divertimento. Finché ti diverte entrare in campo con la voglia di vincere puoi andare avanti, con la consapevolezza che ogni partita potrebbe portarti sempre più vicina all'obbiettivo».

23 maggio 2023
AREA-
La musicoterapia: l'arte dei suoni come cura
di Francesca De Pasquale e Flaminia Marchese
La musica con i suoi elementi – il ritmo, il suono, la melodia – è utilizzata da specialisti per favorire il benessere emotivo, fisico, cognitivo e sociale dei propri pazienti. Una pratica rivolta a persone di ogni età e in grado di soddisfare diversi bisogni
7 feb 2024
Giovani e psicologia: dall'illustrazione all'educazione
di Pedro André e Roberta La Daga
Sbloccati i fondi del Bonus Psicologo, ma potrebbero non bastare e i richiedenti sono in gran parte giovani. Uno sguardo (e una “matita”) sul mondo giovanile attraverso la voce di chi li incontra nei social, a scuola e in diversi ambiti anche formando psicologi
22 dic 2023
Le donne palestinesi, generatrici di pace. I progetti della CISS
di Walter Colombo e Matilde Gizzi
Nella Striscia di Gaza i volontari della CISS persistono, nonostante gli scontri e i bombardamenti, a portare avanti i loro progetti che mirano ad educare alla pace la popolazione palestinese di quel territorio, in particolare le donne. Ciononostante, il conflitto, di cui ancora non si vede la fine, continua a condizionare fortemente l’obiettivo di pacificazione
18 dic 2023
Salute mentale in Italia: crisi e svolta del Bonus Psicologo
di Andrea Del Bianco e Giuditta Garufi
Approvato il decreto attuativo e raddoppiati i fondi per il 2023 dell'incentivo alle consulenze psicologiche. Un focus, attraverso il parere di esperti, su come il bonus sia diventato caso mediatico e politico
12 dic 2023
Stati Generali della Natalità: è davvero possibile nascere ogni giorno?
di Giuditta Garufi
La riflessione di Tiberio, che ha partecipato ad un evento che fa riflettere e agire su una tematica fin troppo spesso data per scontata: la natalità
19 mag 2023