Calcio: un altro "ambasciatore di Coverciano " in giro per l'Europa
L'ingaggio di Carlo Ancelotti da parte del Paris Saint-Germain rinnova il prestigio degli allenatori italiani, numerosi a insegnare schemi e tattica anche fuori dallo Stivale
13 gennaio 2012

In questi anni, nei quali imperversa il fenomeno del Guardiolismo, cioè affidare club di blasone a tecnici debuttanti, il buon Carletto, in controtendenza, ribadisce l'imprescindibilità della gavetta: è partito umilmente dal basso, dai cadetti con la Reggiana, e fu immediatamente promozione, e in precedenza era stato già vice di Sacchi a Usa '94.
Due grandi maestri, Liedholm e appunto Sacchi, hanno modellato l'attuale taglio del mister di Reggiolo, che ovviamente, oggi ci ha messo tanto del suo, con un bagaglio di esperienza divenuto a sua volta oggetto di studio e di emulazione.
Dal "Barone" ha acquisito l'ironia, e la capacità di gestire lo spogliatoio in maniera morbida, ma autorevole, dal "Profeta di Fusignano" una robusta disciplina tattica e la mentalità per insegnare un calcio sempre propositivo e spumeggiante.
E non è un caso che 20 anni dopo, quel Milan pressochè in blocco sia oggi una diaspora di allenatori consacrati. Vi è stata un'evoluzione omogenea nel credo calcistico di Ancelotti: agli albori, cocciuto e ostinato col dogmatico 4-4-2, tanto da far emigrare Zola in Inghilterra ai tempi del Parma, e rifiutare Roberto Baggio, fino alla metanoia avvenuta col Milan dei "Meravigliosi" dove giunse a schierare in concomitanza Pirlo-Seedorf-Rivaldo-Rui Costa-Serginho, la fantasia al potere.
Certo non sono mancate le delusioni, come i due secondi posti consecutivi in bianconero, i quali gli costarono l'etichetta di«perdente di successo», sradicata prepotentemente col rigore diShevcenko a Manchester, e il definitivo ingresso nella galleria degli Immortali.
Adesso la scommessa è di quelle toste, ma intriganti: se riuscisse nell'impresa di condurre i Parigini al livello delle big d'Europa, sarà un altro prodotto Mmde in Italy a dare lustro al Bel Paese in campo internazionale, in compagnia di Trapattoni, Capello, Mancini e Spalletti.
13 gennaio 2012

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