domenica 6 ottobre 2024
I limiti dell'euro-centrismo, visti dalla Nuova Zelanda
di Marta Donolo
Se si gira la carta geografica, il mondo appare diverso. Soprattutto a noi "occidentali", che non sappiamo che cosa c'è oltre i nostri confini
7 giugno 2015

«..tuttavia io non ho fatto grandi scoperte anche se ho esplorato il Grande Mare del Sud più di tutti quelli che vi andarono prima di me, tanto che poco ora resta da fare per avere una conoscenza approfondita di quella parte del Globo”.

J. Cook, 1817



Mappamondi. Se si prende un mappamondo si potrà facilmente verificare che, girandolo, cambia la prospettiva dei Paesi che stiamo cercando. Se vogliamo vedere dove si trova l'Argentina non potremo che accorgerci che si trova nell'emisfero australe. Se invece guardiamo la Russia non ci sfuggirà la vicinanza con il Polo Nord.

Sono in Nuova Zelanda e mi sono trovata a tavola con una ragazza kiwi che si lamentava del fatto che nessuno sapesse che la Nuova Zelanda è formata da due isole né tantomeno conoscesse la geografia dell'Oceania. Ho provato, per fare un esperimento, a domandare a un studente di Science Po (scienze politiche) francese, quali fossero i Paesi confinanti dell'Iran, ma né lui né nessun altro ha saputo rispondere. Il ragazzo iraniano che era con noi. pazientemente ha spostato bottiglie e bicchieri per spiegarci come la sua patria fosse circondata da “mess countries”, parole sue, e ci ha elencato quali fossero. Poco male, se si pensa che un Presidente degli Stati Uniti, Bush jr., non sapeva dove fosse l'Italia sul mappamondo, benché sua alleata durante la guerra in Iraq.


Eurocentrismi. Nelle scuole kiwi la carta geografica è al contrario. C'è l'Antartide che prende tutto lo spazio, e poi l'Australia e la Nuova Zelanda, l'Indonesia con le sue infinite isolette. E la Nuova Caledonia occupa un posto di tutto rispetto. Se osserviamo una carta geografica medievale, ci accorgiamo che i confini geografici arrivavano oltre l'Europa e poco più. Le vie di circolazione, come la via delle spezie che portava in India o la via della seta che portava in Cina, erano i fattori d'unione dei più importanti Imperi.

L'attuazione di politiche imperialistiche risale indietro nel tempo, prima con il mercantilismo e dopo con il colonialismo. La definizione “euro-centrico” ha infatti un' accezione negativa, di senso di superiorità, perchè chi la adotta è portato a credere che il mondo sia quella parte di terra che più direttamente lo riguarda. Nascere in India o in Nord America può fare la differenza, ma anche conoscere il mondo nella sua globalità è fondamentale.


Punti di vista. La tendenza ad attribuire all'Europa un'importanza centrale nella storia, nella politica e nella cultura mondiale ci ha fatto dimenticare altre culture, altri Paesi, altre storie. Pensare al resto del mondo solo come a Paesi in via di sviluppo, arretrati culturalmente e non comparabili con la storia d'Europa, vuol dire mostrare una grande ignoranza. Interpretare la storia degli altri senza conoscerla, attraverso il metro di giudizio dei nostri valori, anche religiosi, è molto pericoloso.

Le quattro maggiori “sfere culturali” al mondo sono 4: Europa, Islam, India e Cina (con il conseguente altrettanto pericoloso sinocentrismo). Questo perchè sia geograficamente che per criteri di giudizio etico-sociali, sono riuscite ad imporsi sulle Americhe o sull'Africa subsahariana, o sull'Oceania, di cui non si sospettava nemmeno l'esistenza fino a poco tempo fa. Lo sforzo umano e materiale che è stato fatto da intraprendenti viaggiatori ha consentito l'attuale conoscenza dei 5 continenti. Qui in Nuova Zelanda ci sono molti posti che ricordano il nome del Capitano Cook - navigatore globale che ha scoperto più luoghi sulla terra di chiunque altro - come il Mount Cook o lo stretto di Cook tra l'Isola del Sud e del Nord, o anche le Isole Cook.

La storia del mondo è interconnessa, quindi perchè guardare il mondo da un solo punto di vista?

7 giugno 2015
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