
«In una società che costringe all’individualismo e propone una cultura dell’egoismo, i giovani hanno la responsabilità di fare scelte orientate al bene comune». Con queste parole, il Presidente del Senato, Pietro Grasso, ha inaugurato la sua prolusione in occasione della Solenne Inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università Pontificia Salesiana di Roma. Un intervento dal titolo “Educare alla legalità e ad una cittadinanza attiva e responsabile”, in cui il Presidente ha invitato i giovani a prendere coscienza del proprio ruolo nella vita politica, ritrovando così una fiducia nella classe dirigente che oggi sembra scomparsa.
Legalità come rispetto delle leggi, ma anche come difesa dei diritti sociali del cittadino quali istruzione, salute, uguaglianza, giustizia, pace e tolleranza. Secondo Grasso è impossibile parlare di legalità sottraendole la sua dimensione etica; del resto, per il Presidente, è lo strumento principale per misurare la democrazia di un Paese: «È la forza dei deboli, il baluardo contro soprusi e corruzione». Partendo dalla sua esperienza come magistrato e Procuratore nazionale antimafia, Grasso ha sottolineato come resti fondamentale l’apporto delle nuove generazioni: «Quando per la prima volta combattemmo la mafia furono tanti giovani a darci la forza di andare avanti. Per questo dico che i ragazzi non devono abbattersi alle prime difficoltà, ma è anche vero che hanno bisogno di maestri e di testimoni. Maestri per insegnare e per guidarli nel percorso della vita, testimoni per dimostrare coi fatti che una vita nel rispetto del prossimo e del bene comune è ancora possibile».
In questo assume una valore fondamentale l’informazione. Quella corretta, che “forma” la coscienza del cittadino e lo aiuta nelle scelte e nella capacità di discernimento: «La conoscenza è sempre figlia della partecipazione - ha raccontato Grasso - L’educazione civica è infatti l’investimento più vantaggioso per un Paese. Solo con questa consapevolezza si assottigliano le distanze tra la società e la politica, si producono diritti, opportunità, benessere e coesione sociale».
Pietro Grasso ha chiesto ai giovani di dire no alla corruzione, all’evasione fiscale, al finanziamento illegale della politica, allo sfruttamento dell’ambiente e degli immigrati. Ad esprimere le proprie idee con forza e convinzione, così come fecero tanti grandi uomini, che dicendo no alla mafia hanno perso la vita, lasciando però ai posteri un grande messaggio di speranza. «È dei giovani la voglia di cambiare il mondo, combattere le ingiustizie e le prepotenze. Auguro perciò ai ragazzi e alle ragazze di avere coraggio, di non avere paura e di impegnarsi nella costruzione di una società migliore». Di avere fiducia nel futuro, con coraggio e consapevolezza. Grasso lo sa bene, lui che si definisce allievo di un maestro e testimone come Antonino Caponnetto, uno degli eroi simbolo della lotta alla mafia, che poco prima del maxi-processo a Cosa Nostra del 1986 gli disse con solidarietà e amorevolezza paterna: «Vai avanti ragazzo, schiena dritta e testa alta. Segui solo la voce della tua coscienza».
foto di Stefania Postiglione






