mercoledì 22 marzo 2023
Aria di tranquillità, ma con un po' di accortezze
di Riccardo Capobianco
Un viaggio nella nuova normalità. Uno sguardo su come si stanno comportando i cittadini di fronte alle nuove norme e esigenze.
31 maggio 2020

18 Maggio, da oggi finalmente si potrà uscire senza autocertificazione. Ma non è solo questa la grande notizia, da oggi infatti moltissime delle attività commerciali, tra cui ristoranti e negozi di abbigliamento, torneranno ad aprire.

Sapendo in precedenza della possibilità di tornare a camminare per le strade della regione, avevo prenotato una visita dentistica a Monterotondo, un paese non troppo distante da Roma.

Sono partito di mattina verso le 9 e per le strade ho subito notato un'affluenza di macchine maggiore del solito: la Via Salaria sembrava essere tornata ad avere quasi lo stesso traffico di prima.

Lungo il tragitto mi sono lasciato distrarre spesso dalle macchine che venivano nell’altra corsia. Notavo infatti che molte erano le persone che indossavano mascherine, segno che i cittadini, almeno quelli che viaggiano in macchina, si stanno impegnando a rispettare le norme di prevenzione Covid.

Arrivato in paese, ho notato che sulla strada principale comunemente chiamata “Passegiata”, stavano riaprendo molti dei negozi che erano rimasti chiusi per mesi.

Ricordo una signora che in mascherina e guanti, si stava impegnando a pulire i vetri della sua botique. Il suo sorriso era coperto, ma dagli occhi si poteva notare la felicità nel tornare alla vita di prima. Tornare ad avere rapporti con i clienti, a lavorare e fare ciò che ci piace.

 

Pochi passi più tardi si trova il centro dentistico, dentro una palazzina. Entrato in questa sala d’attesa noto subito che c'erano solo due signori a 3 sedie di distanza tra loro, protetti con mascherine e guanti.

Mi sono seduto anche io e ho aspettato il mio turno, che sarebbe arrivato dopo pochi minuti, viste le restrizioni imposte. Non è più possibile infatti presentarsi con più di dieci minuti di anticipo, per evitare affollamenti.

Nel mentre che aspettavo hanno suonato alla porta della sala d’attesa. Una signora con il figlio si sono fermati sull’uscio, sbirciando con la testa per vedere la quantità di persone. È rimasta cosi qualche secondo per poi prendere il figlio e fermarsi fuori ad aspettare il turno.

Quando è arrivato il mio turno di entrare mi si è presentata l’assistente di poltrona in tuta, mascherina e visiera. Prima che potessi entrare nella stanza mi ha chiesto di lavarmi le mani utilizzando l'igienizzante posto all’entrata.

 

Finita la visita, per la strada verso il bar, mi sono fermato ad un negozio cinese per compare delle cuffiette.
Arrivato all’entrata, come dal dentista in precedenza, ho aspettato che il negoziante mi desse il permesso di entrare. Essendo abituato ad andare in quel negozio, ho notato subito il cambio nella disposizione delle corsie, che erano state sistemate in modo da evitare corridoi troppo stretti.

Vicino al banco, per terra avevano attaccato con il nastro le strisce, con lo scopo di segnare la distanza di almeno un metro dal personale.

Oltre a questa segnaletica, era presente anche un vetro tra me e il negoziante, per garantire una protezione maggiore del metro di sicurezza.

Finiti gli acquisti, nel momento in cui sono uscito, il commerciante con un gesto ha dato il consenso per entrare ad una famigliola che stava aspettando il suo turno fuori dall’entrata.

Al bar la situazione fuori dal locale era tornata come prima della pandemia.

Ci stavano diversi gruppi di ragazzi che conversavano. Alcuni con le mascherine messe e altri che mangiavano tenendosela sotto il mento. Si respirava aria di tranquillità, sembrava quasi non fosse accaduto nulla in quei due mesi di buio.

La vita stava ormai riprendendo quella sua piega di sempre, con quelle piccole accortezze con cui dovremo convivere per ancora diversi mesi.

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