Con la consegna dei Leoni si è conclusa l’Ottantesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Un'edizione segnata dalla presenza massiccia di opera italiane (ben sei) e dall’assenza delle star americane sul red carpet in conseguenza allo sciopero che sta interessando le maestranze della produzione cinematografica d’oltreoceano. Ciò non ha inficiato la qualità dei film selezionati per il festival che ancora una volta ha raccolto opere e autori di buona qualità dando un’ottima prospettiva della produzione cinematografica internazionale.
Il Leone d’oro al miglior film è stato assegnato a Poor Things, in cui si narra storia della trasformazione di Bella Baxter (interpretata da Emma Stone), una giovane donna riportata in vita dal dottor Godwin Baxter, scienziato brillante e poco ortodosso. “Questo film – ha dichiarato il regista Yorgos Lanthimos - racconta la storia di una creatura meravigliosa e non esisterebbe senza Emma Stone che è un’altra creatura meravigliosa. Questo film è suo, senza di lei non esisterebbe”.
Il Leone d’argento-gran premio della giuria è stato assegnato a Evil doesn’t exist (Il male non esiste) di Ryusuke Hamaguchi, dramma ecologico che, attraverso la figura di Takumi e sua figlia Hana, focalizza la necessità di rispettare la Natura e di convivere in equilibrio con essa.
Il Leone del futuro - opera prima Venezia è stato consegnato a Love is a gun di Lee Hong-Chi. Protagonista del film è Sweet Potato. Rilasciato di prigione, si accontenta del suo lavoro sul lungomare, vivendo dei magri incassi e ignorando i commenti di chi gli suggerisce di lasciar perdere. Viene però trascinato nel vortice del passato quando il vecchio “boss”, la madre e l’amico Maozi ricompaiono nella sua vita.
Il Leone d’argento per la miglior regia è stato assegnato a Io Capitano di Matteo Garrone. Ricevendo il premio, il regista italiano ha dichiarato: “Questo film racconta il viaggio attraverso l’Africa di due ragazzi migranti che cercano di arrivare in Europa e lo fa attraverso il loro punto di vista. Mi sono aggrappato alle loro storie, al loro vissuto, cercando di dare voce a chi di solito non ce l’ha”. Il film si è ispirato all’esperienza di Kouassi Pli Adama Mamadou, attivista del Centro sociale ex Canapificio e del Movimento migranti e rifugiati di Caserta, che il regista ha invitato sul palco al ricevimento del prestigioso riconoscimento il quale ha confermato come il film racconta una realtà vera. “Io sono riuscito ad arrivare in Italia, ma vorrei che dedicassimo questo premio a tutte le persone che non sono potute arrivare a Lampedusa. Vorrei ricordare che quando c’è la voglia e la necessità di partire, nessuno ti può fermare. Occorre dare il diritto di accesso a noi giovani, il visto per viaggiare, e credo che sarebbe lo strumento per sbloccare il traffico di esseri umani”.
Io capitano ha ricevuto anche il premio Marcello Mastroianni come giovane attore emergente per l’intensa interpretazione di Seydou Sarr - protagonista del film – confermando la qualità di Garrone nella direzione dei suoi attori, anche nel caso di Seydou che non aveva mai avuto esperienze professionali nel mondo del cinema.
Green Border di Agnieszka Holland ha ottenuto il Premio speciale della giuria. Con il suo film in bianco e nero, la regista ha voluto puntare l’obiettivo su quanto accade al confine tra Polonia e Bielorussia, dove i migranti vengono brutalmente cacciati dalle rispettive frontiere, con la violazione dei diritti umani fondamentali. “Ci sono persone che stanno aiutando e credono nell’umanità: dedichiamo questo premio a tutti gli attivisti e coloro che li stanno aiutando”, spiega la regista polacca.
La Coppa Volpi, riconoscimento per la migliore interpretazione, è stata assegnata a Peter Sarsgaard come migliore attore, per la sua interpretazione del ruolo di Saul in Memory, un uomo che soffre di demenza senile. Nel suo discorso di ringraziamento, l’attore ha sottolineato l’impegno nello sciopero degli attori di Hollywood contro l’Intelligenza Artificiale che rischia di togliere molti posti di lavoro nel cinema. “Se perdiamo questa battaglia, questa disconnessione preparerà semplicemente la strada dell’atrocità, quindi davvero faccio appello all’umanità per creare un futuro ai nostri stessi bambini”.
La Coppa Volpi Migliore interpretazione femminile è stata assegnata a Cailee Speany per il film Priscilla di Sofia Coppola. La 25enne attrice, che ha interpretato il difficile ruolo di compagna di vita di Elvis Presley, ha sentito la forte responsabilità di rappresentare un personaggio così delicato come Priscilla Presley, a cui ha dedicato il premio ricevuto perché esempio di donna reattiva.
Il Leone per la Migliore Sceneggiatura è stato assegnato a Guillermo Calderòn e Pablo Larraìn per il film El Conde. I due autori cileni (Larraìn è anche il regista), hanno ritratto il dittatore Pinochet come un vampiro, in un film in bianco e nero che mescola horror e commedia ed è una allegoria sui mali del “Generale”. “In quanto sceneggiatore– ha dichiarato Calderòn nel ricevere il premio - non posso non parlare dei colleghi in sciopero. Spero che attraverso la collaborazione trovino un accordo con gli Studios. Abbiamo bisogno di dignità, rispetto, passione e compassione per gli autori in tutto il mondo”. Il film di Larraín si collega alla attualità in quanto l’11 settembre di quest’anno il Cile ricorda il cinquantesimo anniversario del sanguinoso Colpo di stato che Pinochet orchestrò per abbattere il governo di Allende.
Nella Sezione Orizzonti, infine, il Leone per il miglior film è stato assegnato a Explanation for Everything di Gabor Reisz, che narra la storia di Abel, studente liceale, il quale cerca di concentrarsi sugli esami finali, mentre si sta rendendo conto di essere perdutamente innamorato di Janka, la sua migliore amica. Le tensioni di una società polarizzata vengono inaspettatamente a galla quando l’esame di storia di Abel si risolve in uno scandalo nazionale.
L’80esima mostra internazionale del cinema di Venezia si conclude con una presenza del pubblico superiore rispetto al 2022 negli ingressi in sala (+17%), nelle vendite dei biglietti (+14%) e come presenza di accreditati (+9%). Lo scetticismo iniziale per la mancanza di molte star hollywoodiane, è stato spazzato via da un affetto percepibile avvenuto in tutti i giorni della mostra. “È in atto un ricambio generazionale, sia nei registi che negli spettatori”, ha affermato il direttore Alberto Barbera che guarda con ottimismo al futuro del settore e ai temi che sarà in grado di portare sul grande schermo. Un cinema capace di riflettere sulla sensibilità degli eventi che accadono davanti ai nostri occhi in ogni angolo del pianeta.